Festa di S. Antonio Abate

Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali
Venerdì 17 gennaio ore 10.30 in piazza Garibaldi, in occasione del mercato contadino di Suzzara, ci sarà la benedizione degli animali e degustazioni di dolci tipici.
Una tradizione molto sentita fino a pochi anni fa, ritorna oggi in chiave moderna, mantenendo comunque l'attenzione sugli animali.
Questa iniziativa è organizzata dal Consorzio Agrituristico Mantovano in collaborazione dell'Ass. Mercato Contadino e verrà riproposta nelle realtà territoriali dove settimanalmente si svolgono i mercati contadini, dove sono posti in vendita i prodotti delle campagne della provincia di Mantova e dintorni.
Da non confondere con Sant'Antonio da Padova, fu eremita e fondatore del monachesimo cristiano. E' universalmente riconosciuto come protettore degli animali della corte. A Motte-Saint-Didier, dove riposano le sue spoglie dall'Xl secolo, si recavano in pellegrinaggio molti malati di ergotismo canceroso, causato da un fungo della segale, allora cereale base dell'alimentazione popolare. Il male prese il nome di "fuoco di Sant'Antonio", che poi passò ad indicare l'herpes zoster, contro il quale i monaci antoniani somministravano grasso di maiale, animale sacro al santo. Ecco dunque nascere la tradizione iconografica di Sant'Antonio accompagnato dal maialino,oltre che dal campanello (simbolo di morte e risurrezione), dal tau, un bastone a forma di T simbolo degli eremiti, e dal fuoco.
Chiamato da la barba bianca, dal gugin, chisolèr, festeggiato anche da caciai e fabbri, era invocato dai contadini per la protezione degli animali. Far lavorare gli animali il giorno della festa dedicata a Sant'Antonio avrebbe portato disgrazia e sarebbe stata un'offesa al santo. I preti passavano a benedire le stalle, e gli si offriva la grèra, un ringraziamento in natura,di solito un piccolo salame.
Il 17 di gennaio cade in tempo di maialatura (25 novembre - 14 febbraio), ma guai a chi uccideva il maiale in questa sacra ricorrenza.
In tavola
In questo giorno, come in molte altre occasioni di festa, si mangiavano i tortelli di zucca, ma soprattutto si celebrava il santo con un trionfo delle carni suine: cicciole, gramolata di pancetta, sanguinaccio, musetti e piedini di porco, pisto fresco e cotechino, morelline, ovvero salsiccette con fegato macinato, grasso e sangue, il tutto accompagnato da chisoel, gnocco fritto, polenta infasolada. Il fricò invece erano frattaglie (polmone, trachea, esofago e milza) tritate, bollite e cotte con la conserva,e consumati con la polenta. Inoltre,"Par Sant'Antoni chisoler chi fa mia la torta ac casca so al soler".Ma di quali torte si parla? Torta di Sant'Antonio, patuna con i fagioli pelati, torta dura, torta di castagne con la marmellata, torta paradiso, turlin, mirtul, bisulan, sbrisolona, chisole e chisulìn (dolcetti ripieni di mostarda).
La ricetta
Chisola con le cicciole
Ingredienti: lkg di farina sale q.b.
2 cucchiai di strutto
2 cubetti di lievito di birra cicciole sbriciolate q.b. Acqua q.b.
Impastare tutti gli ingredienti,aggiungendo in ultimo le cicciole sbriciolate. Impastare di nuovo e lasciar riposare per un paio d'ore.
lnfornare a 70° C per circa un'ora.