Suzzara-Iliad: si chiude la lunga diatriba giudiziaria - Comune di Suzzara

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Suzzara-Iliad: si chiude la lunga diatriba giudiziaria

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«Sfavorite le amministrazioni locali, ma abbiamo tentato fino all’ultimo»
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Giunge al termine la querelle giudiziaria tra il Comune di Suzzara e Iliad sulla legittimità della costruzione di un’antenna telefonica nella zona di via Babbini. Sono state infatti comunicate le motivazioni della seconda sentenza del TAR che accoglie il ricorso della compagnia di telecomunicazioni contro l’ordine di sospensione dei lavori del Comune di Suzzara per assenza del permesso di costruire. Il Comune aveva in passato anche provato la strada della sospensione dei lavori perché l’opera non rispettava il piano di localizzazione delle antenne, ma il TAR si è espresso negativamente anche in questo caso e non è servito appellarsi al Consiglio di Stato. Dopo quindi due sentenze del TAR sfavorevoli e un’attenta analisi della storia processuale della vicenda, iniziata nel gennaio 2021, i legali del Comune hanno espresso parere negativo a un’ulteriore impugnazione delle sentenze che hanno concesso a Iliad di erigere l’antenna di via Babbini. Nelle sentenze sia il TAR, sia il Consiglio di Stato hanno sostanzialmente affermato che i Comuni possono incidere sulla localizzazione degli impianti di telefonia in misura molto modesta e, comunque, senza che la relativa disciplina locale possa vietare indiscriminatamente l’installazione di essi su tutto il territorio comunale o in intere zone comunali. Sostanzialmente vietando alle amministrazioni comunali di imporre divieti che abbiano l’effetto di non assicurare livelli essenziali delle prestazioni, che le compagnie sono tenute a garantire su tutto il territorio nazionale. In particolare si è contestato il provvedimento del Comune del 5 gennaio 2021 che faceva leva su un contrasto con la normativa urbanistica di zona, invece nella sentenza si è stabilito che l’impianto in discussione è equiparabile alle ordinarie opere di urbanizzazione primaria, di per sé compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e zona del territorio comunale. Dunque il Consiglio di Stato ha ritenuto che l’installazione delle antenne sia compatibile con tutte le destinazioni urbanistiche, fatte salve specifiche e puntuali esigenze di tutela, che nel caso dell’antenna di via Babbini non ricorrevano, poiché la struttura non è vicina né a scuole, né a ospedali, né a immobili soggetti a tutela storico-artistica. In questo caso è necessario puntualizzare che l’antenna ha il parere positivo dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, alla quale è riservata in via esclusiva l’apprezzamento circa la presenza o meno di rischi per la salute dei cittadini, senza che il Comune possa esprimere alcuna valutazione al riguardo. «Sapevamo che sarebbe stata una questione spinosa e di difficile soluzione – commenta il Sindaco, Ivan Ongari – ma abbiamo voluto provare tutte le strade possibili, fino al Consiglio di Stato, fin quando abbiamo creduto di poter vedere uno spiraglio favorevoli alle nostre tesi e che rispettasse il nostro vigente piano di localizzazione delle antenne telefoniche. I nostri ricorsi sono stati battuti in virtù di una legislazione che, in questo caso, non privilegia il controllo sul territorio delle amministrazioni locali, ma di fronte alla nostra comunità avevamo il dovere di provarci fino all’ultimo».
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Lavori pubblici
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