Non basta dire basta - Comune di Suzzara

Comunicati stampa - Comune di Suzzara

Non basta dire basta

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Lettera della Commissione Pari Opportunità del Comune di Suzzara alla Gazzetta di Mantova
dettaglio
I recenti episodi di violenza di genere, nelle forme dello stupro di gruppo e del femminicidio, confermano un trend tristemente costante e testimoniano un forte attacco nei confronti delle donne che merita di essere analizzato e posto al centro del dibattito sociale e politico. Poco si coglie dal mondo dell’informazione a denuncia di chi agisce la violenza, anzi, si cercano possibili motivazioni che finiscono in qualche modo per giustificare o tollerare gesti e comportamenti efferati contro vittime anche giovanissime. Si chiamano in causa infatti le presunte condizioni individuali, psicologiche o socio-culturali difficili dell’abusante, che spiegherebbero nel soggetto coinvolto l’assenza di valori o la non consapevolezza dei propri atti violenti. Quello che più colpisce tuttavia è l’ossessiva esigenza di rappresentare la donna in qualche modo “colpevole” perché “istigatrice e provocatrice” nei riguardi di un uomo che dunque è “portato” ad approfittarne. Social, tv e web firmano condanne quali: “ma la ragazza aveva un abbigliamento estremamente provocante”, “ma lei aveva bevuto”, “faceva uso di stupefacenti da tempo, “ha una famiglia molto disagiata e i genitori non controllano “, “però le donne oggi mostrano troppa sicurezza” ecc. Ma quali possibili conseguenze possono scaturire da questa modalità di lettura dei fatti accaduti? Proviamo a fare delle ipotesi: ⁃ Si verifica un allineamento paritario tra colpevole e vittima: questo sistema sovverte innanzitutto le regole della relazione tra le persone. Il RISPETTO, come condizione sine qua non dell’instaurarsi di ogni relazione affettiva, non è avvalorato e nemmeno considerato un requisito riconosciuto. I sentimenti nella relazione non sono minimamente contemplati, quindi non sono ritenuti indispensabili. ⁃ Si giustificano atti violenti a danno delle donne: i comportamenti femminili di autodeterminazione, la libertà di movimento e di manifestare la propria personalità, il proprio modo di presentarsi diventano caratteristiche letali per la loro vita fisica e/o psicologica, una miccia in mano a uomini che non tollerano tali caratteristiche femminili. A questo sembra non esserci rimedio. ⁃ Si determina una scala gerarchica nei rapporti tra le persone basato sulla forza fisica: si convalida la tesi che ogni conquista delle donne, ogni pensiero, ogni comportamento possono essere repressi con la forza dell’odio e della violenza fisica. ⁃ Si verifica un uso/abuso dei corpi fisici: i corpi delle donne diventano un bersaglio per scaricare insoddisfazione, disagio e incapacità relazionale e il tramite per gridare al mondo il proprio senso di inadeguatezza. Ciò che manca in questa situazione è la reazione di quella parte maschile che preferisce tacere dichiarando sottovoce di non appartenere a questo genere di uomini. Questo è un problema che va risolto al pari di tutti gli altri. Alla stessa stregua va risolto il problema di garantire al massimo la sicurezza delle donne, la tutela della loro libertà, la loro libera scelta sempre e in ogni luogo. Per contrastare il perdurare di tali comportamenti discriminanti ed aggressivi tra i generi crediamo che non BASTI DIRE BASTA, ma che sia necessario stimolare un dibattito e azioni educative in ogni ambito, coinvolgendo attivamente scuola, istituzioni, servizi sociali e sanitari, associazionismo, volontariato, terzo settore e forze dell’ordine.
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Pari Opportunità
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